Supporto tela di lino a intreccio semplice con 14 X 14 fili per centimetro quadrato.
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Colla animale
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Preparazione di tono grigio freddo, miscela di gesso, colla, olio di lino, con aggiunta di bianco di piombo, nero, piccole quantità di ocra rossa e bruna (mestica).
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Disegno a pennello con ocra chiara in olio di lino.
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Abbozzo monocromato dipinto con estrema accuratezza utilizzando come pigmenti bianco di piombo, nero avorio e terra d’ombra bruciata in olio di lino.
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Monocromo eseguito con leggeri strati di colore scuro costituiti da bianco di piombo e lacca bruciata uniti a olio di lino cotto. Il disegno sottostante traspare attraverso il monocromo.
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Abbozzo policromato perfezionamento dell’abbozzo monocromato con alcuni colori di base (ocre rosse, lacca rossa, vermiglione).
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Sabbia particelle di sabbia mescolate al colore per ottenere una superficie ruvida.
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Strato pittorico colore ad olio talvolta di notevole spessore e spesso eseguito sulla pittura sottostante ancora fresca.
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Vernice a base di resine naturali.
Jan Vermeer Ragazza col turbante
c. 1665 Olio su tela, 46,5 x 40 cm.
Vermeer, Jan (Delft 1632-1675) Mauritshuis, The Hague
Vermeer – La tecnica
Disegno con ocra chiara su preparazione grigia
Lucentezza del colore, rilievo delle parti chiare e trasparenza delle ombre dipinte su una imprimitura brillante sono i caratteri distintivi della pittura fiamminga. Durante il XVII secolo i pittori rinunciarono però alla preparazione chiara modificando in parte i procedimenti operativi (e le ricette raccolte da De Mayerne confermano questa tendenza). Vermeer, purtroppo, non ha lasciato alcuno scritto e le fonti non parlano del suo metodo di lavoro; fortunatamente recenti indagini scientifiche ci hanno svelato alcuni suoi segreti. L’artista costruisce il dipinto per successive sovrapposizioni di toni: come molti artisti olandesi varia comunque la propria tecnica in base al tema o al fine di suggerire le diverse qualità della materia rappresentata. La profonda conoscenza delle caratteristiche ottiche della luce e la rappresentazione di effetti luminosi come certi contorni sfumati e colorati, ci inducono inoltre a pensare che si sia servito di una camera oscura come ausilio per la composizione dei suoi dipinti.
Abbozzo monocromo
L’artista utilizzava come supporto quasi esclusivamente la tela; il colore degli strati preparatori variava invece da quadro a quadro, con gradazioni dal grigio chiaro al marrone scuro. Nella “Ragazza col Turbante” la preparazione è ottenuta con una miscela di gesso, colla animale e olio di lino, sulla quale sono aggiunti bianco di piombo, nero e piccole quantità di ocra rossa e bruna, fino ad ottenere un tono grigio freddo che ha grande influenza sul tono finale del dipinto. Vermeer, come Caravaggio, non sviluppava la composizione attraverso studi separati ma disegnava direttamente sulla tela: indagini ai raggi X hanno rilevato in molti dipinti anche il foro del punto di fuga utilizzato per costruire la composizione. Anche se non facile da rilevare è poi quasi certo che il pittore realizzasse il disegno sulla preparazione utilizzando ocra chiara. Purtroppo sia gli esami all’infrarosso sia ai raggi x non sono in grado di rilevare la presenza di un disegno eseguito con tale pigmento su una preparazione a base di bianco di piombo.
Prime stesure cromatiche
Completato il disegno, Vermeer dipingeva con estrema accuratezza l’abbozzo monocromo utilizzando come pigmenti bianco di piombo e nero d’avorio. Lo sfondo scuro dell’opera esaminata è stato dipinto con un misto di nero d’avorio e terra d’ombra bruciata. Le parti chiare e scure della composizione sono indicate con chiarezza. Le luci più forti sono dipinte con bianco puro e le pennellate sono evidenti. I contorni delle forme non sono netti e permettono all’imprimitura di risultare ancora in parte visibile. Questo abbozzo monocromo ha una influenza decisiva sul tono finale del dipinto in quanto gli strati successivi sono di spessore limitato e conservano una certa trasparenza.
Impasti a corpo
Prima di passare alla stesura degli strati di pittura finali Vermeer poteva continuare a lavorare sull’abbozzo monocromo con alcuni colori di base. Nel dipinto da noi preso in esame le ombre della faccia, ad esempio, contengono rossi e bruni mentre, sulla sinistra del naso, è stata riscontrata la presenza di ocra rossa, lacca rossa e vermiglione. Le luci più forti sono anche in questa fase trattate con bianco di piombo puro. Questi strati sono utilizzati dall’artista molto ingegnosamente: nel dipinto finito troviamo alcune zone coperte da una semplice velatura, altre, al fine di ottenere particolari effetti di luce e ombra, sono parzialmente lasciate in vista. Vermeer giunge in alcuni casi a mescolare della sabbia all’impasto in modo da ottenere una superficie di sottofondo granulosa. Le ombre più profonde del volto e delle vesti vengono abbozzate con nero e terre e successivamente modellate con ocra.
Velature trasparenti
Non sappiamo con certezza se l’artista aspettasse il completo essiccamento di questi strati prima di portare a compimento l’opera: spesso il pittore preferiva comunque dipingere sulla pittura ancora fresca utilizzando lo strato di colore sottostante per modellare le forme. Certamente, laddove era prevista una velatura, l’essiccamento era condizione necessaria. Gli strati finali di pittura venivano applicati sull’abbozzo in parte in forte spessore (a impasto) fino a coprirlo, in parte con sottili velature trasparenti. È interessante osservare l’attenzione che il pittore metteva nella resa materica: oltre l’aggiunta di sabbia, si ricorreva a differenti gradi di macinazione di uno stesso pigmento e si alternavano pennelli morbidi e fini a pennelli grossi e rigidi. Vermeer usò anche picchiettature o grumi di colore per esaltare gli effetti della superficie. Per dipingere il turbante e la giacca della “Ragazza col Turbante” utilizzò la tecnica del bagnato su bagnato. I piccoli riflessi gialli sono poi ottenuti con una tecnica quasi puntinistica.
Manfredi Faldi – Claudio Paolini Dipinto realizzato da Manfredi Faldi
Estratto da: Artis (Art and Restoration Techniques Interactive Studio), Direzione scientifica: Manfredi Faldi, Claudio Paolini. Cd Rom realizzato da un gruppo di istituti di restauro europei, con il determinante contributo della Commissione Europea nell’ambito del programma d’azione INFO2000.
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